Con poco più di quattrocento abitanti, Sclafani Bagni è il villaggio oggi meno popolato delle Madonie e della provincia di Palermo. La parola “Bagni”, aggiunta negli anni ’50 al nome del comune, si riferisce invece alla suggestiva fonte termale situata ai piedi della città.
Le prime testimonianze certe sul luogo datano al 938 quando, all’epoca della dominazione musulmana, il paese era denominato “Isqulafmah”. Successivamente abitato da normanni, svevi e angioni, Sclafani raggiunge la sua fase di massimo sviluppo durante il regno aragonese, quando il conte Matteo Sclafani costruisce la cinta muraria, in parte ancora esistente, e rafforza le strutture difensive consolidando il castello. La potenza passata è ancora oggi impressa nel territorio comunale, tra i più estesi della provincia di Palermo.
La posizione arroccata conferisce al borgo una stupenda vista sulla valle che conduce dal fiume torto al fiume Imera. Oltre al Parco delle Madonie, parte del territorio comunale rientra nella riserva naturale di Favara e Granza, attraversate da una superba via Francigena.